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DALL’ESPATRIO-IMMIGRAZIONE…. ALL’ITINERARIO PERSONALE

 
Lasciare la propria patria per un lungo tempo o per sempre, stabilirsi in un paese diverso dal proprio o in una regione del proprio paese diversa da quella in cui si è nati è ciò che hanno in comune espatriati ed immigrati. Ma ogni espatrio, immigrazione è anche sottesa da motivazioni che si iscrivono in un itinerario personale.

 

Tra queste esperienze si distinguono :

- gli immigrati involontari ( esiliati, rifugiati politici, popolazioni spostate...)

- gli immigrati volontari per motivi economici che siano quelli in cerca di opportunità economiche migliori di quelle offerte dal proprio paese oppure quelli che appartengono alla categoria oggi più comunemente chiamata degli "espatriati", che hanno accettato tale proposta, più o meno temporanea, da un azienda/ente multinazionale.

- gli immigrati volontari per altri motivi tra cui vanno contati quelli che vogliono fare un'esperienza occasionale per motivo di studio, quelli che per aspirazioni personali vogliono aprirsi ad un'esperienza di vita all'estero nella quale vedono opportunità di crescita e di apertura, e quelli che seguono un sentimento amoroso e raggiungono il compagno nel paese dove vive.

 

L’aumento di questa ultima categoria di immigrati volontari è favorita da una cultura della mobilità promossa dall’unione europea, dalla mondializzazione dei mezzi di trasporto e di comunicazione, e da un momento in cui le società post moderne consentono di porre come priorità le aspirazioni personali e che valorizzano le capacità di adattamento e di autonomia.

 

A volte questi valori e queste competenze sono a tal punto idealizzati dalle nostre società che viene banalizzata l’esperienza dell’immigrazione e lasciato un sentimento di inadeguatezza ancora più forte, a chi, nel confronto con il reale , si ritrova in preda a dinamiche psicologiche intense -a volte fonte di disagio e sofferenza- ben al di là dello spaesamento esotico ricercato.

 

 

LE DIMENSIONI PSICOLOGICHE

 

Fra queste varie esperienze migratorie alcune impongono più di altre un rimaneggiamento dei propri riferimenti culturali, sociali ed identitari.

 

L’acquisizione del multiculturalismo si svolge con vari livelli di intensità, velocità e complessità in funzione delle situazioni provocando nuove possibili dinamiche psicologiche.


Tale esperienza offre sicuramente arricchimenti identitari e ampliamenti dei confini del Sé, ma espone anche ad esperienze depersonalizzanti, a sentimenti di estraneità, a vissuti di scissioni e a sofferenze generate dalle distanze e dalle perdite.


In funzione delle storie individuali le conflittualità intrapsichiche possono essere di varie natura e più o meno acute e persistenti.

 

Alcune si risolvono, altre coesistono in parte con processi di integrazione del Sé multiculturale, fonte di equilibrio e flessibilità.


In altri casi la sofferenza è tale che può portare ad una sintomatologia di tipo psichica o psicosomatica (rimuginazioni ansiose, disturbi del sonno, uso di sostanze psicotrope o alcolizzazioni…), o alla rinuncia brutale del proprio progetto all’estero e al ritorno in patria.

 

A volte l’esperienza dell'espatrio è cosi tanto fonte di stress e di messa in discussione che può contribuire a ravvivare ferite più antiche, sommergendo la persona da emozioni che la superano.

 

In tutti questi casi, se l’equilibrio non si raggiunge in tempi ragionevoli, è importante confidarsi con un terapeuta che conosca bene questo tipo di difficoltà, per mettere delle parole sul vissuto doloroso, dare un senso a ciò che capita e accedere ad un migliore benessere nel quotidiano.

 

Essere residente in un paese di accoglienza in modo permanente, non esclude un ritorno periodico delle interrogazioni sulla scelta effettuata a volte numerosi anni addietro.
Alcuni equilibri raggiunti possono essere scossi dal tempo e dagli eventi della vita : la nascita di un bambino nel paese di accoglienza, una separazione che rimette tutto in discussione, un

decesso nel paese natale ….

 

Dispiegare queste nuove equazioni in uno spazio di ascolto psicologico può portare maggiore chiarezza ed aiutare a raggiungere nuovi equilibri o nuove decisioni.

 

Nel progetto di immigrazione può essere anche inclusa una famiglia.

Ogni membro del gruppo possono vivere degli sconvolgimenti e dei cambiamenti che hanno un impatto su tutta l’entità familiare. Di fronte alla novità, i legami di una famiglia che sta bene si fanno più stretti, mentre quelli di una famiglia già vulnerabile possono rompersi. La situazione esige un’attenzione rafforzata verso vissuti emotivi del/la compagno/a e dei propri figli per consentire di elaborare le separazioni, le perdite e gli aggiustamenti al nuovo contesto. Creare un quadro rassicurante che fornisca una base sicura, da la forza e la fiducia necessaria per consentire di esporsi a nuove esplorazioni in terreni sconosciuti e per affrontare la percezione di regressione dovute alla posizione di straniero/novizio nel paese di accoglienza.

 

 

IL MULTICULTURALISMO E I MULTILINGUISMO

                                                                       

Spesso il multiculturalismo non è scindibile dal multilinguismo.

 

Sotto la dicitura multilingue comprendiamo sia i polilingui (chi ha imparato simultaneamente diverse lingue nell’infanzia al momento dell’acquisizione del linguaggio)sia i poliglotti (chi ha acquisito una nuova lingua in età meno precoce e successivamente ad una prima linguamadre alla quale si riferisce per imparare l’altra).

 

Generalmente i poliglotti sono gli immigrati di prima generazione e i loro figli che hanno acquisito la lingua in età adulta e età scolastica avanzata. I polilingui corrispondono maggiormente alla seconda generazione, i figli nati nel paese di accoglienza dei due genitori o di uno dei genitori.

 

In questi due casi le parole dell’una o l’altra lingua hanno una diversa “storia interiore”.

 

L’acquisizione, il rigetto, l’ incorporazione o la negazione di una specifica lingua con la cultura ad essa associata saranno fortemente influenzati dalle relazioni interpersonali ed emotive vissute dall’individuo in tali contesti.

 

La consulenza psicologica individuale e familiare o il percorso terapeutico possono individuare e risolvere delle difficoltà di natura psicoaffettiva e transgenerazionale all’origine delle difficoltà linguistiche ed identitari.

 

 

Dott.ssa Karine Goust. Psicologa, Psicoterapeuta.